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Avenarius, Richard.

Filosofo e fisico tedesco. Professore di Fisica induttiva all'università di Zurigo, nel 1877 diresse, insieme con W. Wundt e altri, la "Rivista trimestrale di filosofia scientifica". Considerato uno tra i maggiori scienziati-filosofi della seconda metà del XIX sec., fu con E. Mach il massimo rappresentante della concezione filosofica nota col nome di Empiriocriticismo o Empirismo radicale, da lui sviluppata pressoché contemporaneamente a Mach, ma in maniera indipendente. Riallacciandosi a Hume, considerò la sensazione (esperienza pura) come la fonte prima di ogni vero sapere, respingendo come illusioni i concetti di sostanza, causa, io, in quanto non risultanti dall'esperienza. Anche i concetti di atomo, massa, forza, non sarebbero che strumenti fittizi (non corrispondenti, cioè, a identità obiettive) per la sistemazione dei dati sensibili secondo schemi razionali. Poiché l'io altro non è che l'insieme dei dati percepiti, non risulta esservi alcuna distinzione tra soggetto e oggetto, identificandosi entrambi con una unica realtà psicofisica. La somiglianza e la regolarità dei fenomeni consente alla coscienza, che non dispone di un infinito potere di rappresentazione, di raggruppare moltissime cose, tra loro diverse per alcuni particolari, in un unico concetto o nella formula di un'unica legge. Concetti e leggi hanno perciò un carattere di economicità. Non esprimendo delle verità immutabili, ma mirando all'economicità, la scienza si modifica e progredisce col tempo, secondo il principio dell'evoluzione. Quanto alla filosofia, essa rappresenta contemporaneamente la somma dei risultati ultimi delle singole scienze e la critica dei concetti e dei metodi scientifici. Le sue opere principali sono: La filosofia come pensiero del mondo secondo il principio del minimo sforzo (1876); La critica dell'esperienza pura (in 2 volumi, 1888-90); Il concetto umano del mondo (1891) (Parigi 1843 - Zurigo 1896).